in lode delle vecchie signore

la vecchia signora è una trattoria.
all’inizio del mitico pratello, lo slargo su san francesco; nella bella stagione (quale sarà, oramai?) tiene tavoli fuori – è zona quasi pedonale – e, seduto nel gioco di luce fra cielo e portico, ritrovo sensazioni antiche.

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france douce france

ci lasciammo tentare dai passatelli, colti rattamente dalla pentola e impiattati pressoché asciutti, inseminati di bianco tartufo.
dando retta all’oste, facemmo una digressione: alsaziana dapprima, dove le viti, abbarbicate sulle arene granitiche del thannenkirch, danno agio alla maison marcel deiss di produrre, con cocciuta mistica benedettina, il riesling 2004 saint hippolytevif et fruité, souvent croquant, presque toujours salé en bouche, austère dans sa jeunesse.

coi tagliolini ai fiori di zucca ci fu chi s’impuntò, ed ottenne un sauvignon 2004 sanct valentin dei coraggiosi, centenari vignaioli di san michele appiano; luca maroni ne dice di pesca squillante l’intensissimo aroma e non m’attento oltre proseguire.

non seppi poi resistere alla religiosità dell’uovo col tartufo e, di nuovo, fu francia: fra il canigou e il mediterraneo il sudista jérome malet ha riscoperto vigneti degli anni 30 e generosamente, qualch’anno fa, ha inventato l’insouciant, grenache in purezza d’incosciente e coraggioso alcolaggio (15, dìconsi!).


ma cos’è grenache? sarda-malet è a perpignan e perpignan è quasi catalogna; grenache=alicante, e l’incredibile potenza di questo frutto rosso si spiega e dispiega subito; dopo averlo bevuto attenderai non poco prima di ritornare al volante, nespà?