i miei monti, ormai quasi più d’estate che d’inverno, son quelli di bologna: il corno, cioè.
e vidiciatico.
bologna, e ‘ suoi monti
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i miei monti, ormai quasi più d’estate che d’inverno, son quelli di bologna: il corno, cioè.
e vidiciatico.
dallo scorso agosto ho iniziato la rilettura della trilogia gucciniana: croniche epafaniche / vacca d’un cane / cittanova blues.
mi son convinto, dappoiché rimembro commosso l’infanzia e l’adoloscenza attraverso gli occhi e la penna del maestrone, che sto invecchiando, e fin qui nulla di nuovo: è che non sto invecchiando come vorrei (e pure questa non è novità).
incombe, seppur travisato dai mezzodì soleggiati e caldi, l’autunno; andiamo, è tempo di porcini.
gli amici che sanno, e per funghi vanno in appennino, rientrano onusti di splendidi boleti.
sono dall’amico franco rossi nella bella sala, calda di boiseries e tele lapislazzulo, che già incantò il romanziere grisham.