romagna quasi toscana

quella di brisighella, già famosa per l’olio, il treno delle castagne, le feste medievali, la via degli asini; da vigne dei boschi – già recensita per il 16 anime – settepievi 2007, un potentissimo rosso ravenna che partecipa maggiormente, trascrivo fedelmente, di un presunto clone di malbo brisighellese selezionato a brisighella in una vecchia vigna, corroborato da cabernet e merlot; dopo lungo sonno in legno sorte fuori corposo e potente, più in bocca che al naso coi 15° ché tutti si avvertono.

settepievi

 

io non capisco la gente

che non ci piacciono i crauti.

e nemmeno i rosati: chissà cos’hanno bevuto.

ero a tripoli di san giorgio di mantova e una carta curiosa & intelligente recava insolite proposte del terroir, fra cui questo non soverchiamente arrendevole sebbene tangibile perfino resiliente  feniletto di prendina (40 marzemino, 35 merlot 25 corvina).

san planeta (ora pro nobis)

se il vitigno a bacca rossa più coltivato al mondo è il merlot, ebbene, una ragione ci sarà: in particolare, la facile adattabilità a diversi tipi di terreni e la buona produttività, oltre, naturalmente, ad un livello qualitativo adeguato.

della qualità del merlot di planeta non si può dire che benissimo: in special modo ne apprezzo il turgore che tutto avvolge. ho bevuto l’annata 2005, indubbiamente la migliore – dice chi ne sa – di questo scorcio di decennale produzione.