le sere d’inverno.
…e un desio mesto pe ‘l rigido aëre sveglia
di rossi maggi, di calde aulenti sere…
Io se fossi Dio
(e io potrei anche esserlo, sennò non vedo chi!)
Io se fossi Dio,
non mi farei fregare dai modi furbetti della gente:
non sarei mica un dilettante!
Sarei sempre presente.
Sarei davvero in ogni luogo a spiare
o, meglio ancora, a criticare, appunto…
cosa fa la gente.
Per esempio il piccolo borghese, com’è noioso!
Non commette mai peccati grossi!
Non è mai intensamente peccaminoso!
Del resto, poverino, è troppo misero e meschino
e pur sapendo che Dio è più esatto di una Sweda
lui pensa che l’errore piccolino non lo conti o non lo veda.
Per questo io se fossi Dio,
preferirei il secolo passato,
se fossi Dio rimpiangerei il furore antico,
dove si odiava, e poi si amava,
e si ammazzava il nemico!
Ma io non sono ancora nel regno dei cieli,
sono troppo invischiato nei vostri sfaceli.
che non ci piacciono i crauti.
e nemmeno i rosati: chissà cos’hanno bevuto.
ero a tripoli di san giorgio di mantova e una carta curiosa & intelligente recava insolite proposte del terroir, fra cui questo non soverchiamente arrendevole sebbene tangibile perfino resiliente feniletto di prendina (40 marzemino, 35 merlot 25 corvina).
le tigelle sono modenesi; essi le chiamano però crescentine, che per i bolognesi son ciò che i modenesi appellano gnocco fritto: evidentemente la battaglia di zappolino del 1325 ha lasciato tracce profonde.
le tigelle si mangiano spalmate col pesto (conza ecc.), trito originariamente di lardo, rosmarino e aglio (da millant’anni abbiamo però sostituito il lardo con la pancetta arrotolata) generosamente asperso di parmigiano-reggiano.
il tutto andrebbe adeguatamente sgrassato da un lambrusco fresco: nella fattispecie trattasi dell’appena abboccato – nel solco della tradizione più conservatrice – &icastico robanera di cavicchioli.
apro un baule e salta fuori quella macchinetta intrigante per le foto istantanee, quelle inventate dal dr. land.
polaroid, dov’eri finita?
e il cuboflash, ti ricordi, quattro-lampi-in-uno?
ma le pellicole type 87 non ci sono più e non potranno rivivere. mai.
vabbèèène.
e allora mi tocca di aprire una bottiglia rispettabile: celo, un notarpanaro 2003 (fratello minore del patriglione) dalla cantina di cosimo taurino: soffocante allibente salentino negroamaro con malvasia nera.