orazio&cleopatra (1,37)

non, non mi sbaglio: non è la coppia disneyana (lei era clarabella) ma un richiamo che taluni avranno colto.

è l’ode con cui il poeta invita gli amici a danzare e bere festeggiando la morte di cleopatra ( “nunc est bibendum”) col cecubo tratto dalle cantine avite.

non così memorabile benché gradita, invece, l’occasione in cui ho sacrificato il cecubo 2001 di villa matilde: un ottimo arrosto di maiale con patate.

gli autoctoni primitivo, abbuoto e piedirosso; in bottiglia quasi impenetrabile alla luce, nel bicchiere riflessi rubinosi; intenso di frutta ma non confetturato, tannini ben presenti, alcole sostenuto: la povera cleopatra fu ben festeggiata.

pane & salame

l’altro giorno era troppo tardi per pranzare e troppo presto per non mangiare (e chissene…, direte voi).

e allora m’è tornata in mente quella sana/santa usanza d’altri tempi: la merenda.

non starò a farne l’elegia: semplice pane e salame (per un nanosecondo avevo pensato a un filo di burro, ma era forse troppo).

e poi ho aperto una barbera 2008 dei marchesi di gresy, che ha suggellato la mozione degli affetti: ah, quelle merende che non colsi!

birichina biricò

(ri)bere la barbera frizzante – ma non tanto – del mitico giacomo bologna ha un nonsoché di proustiano: sarà anche per questo che, via multipla assonanza congetturale mi torna alla mente, con la monella 2009, l’intercalare scherzevole della scaltra&memorabile canzone del concittadino dalla?

la primavera alchemica?

boh, già pensare barone pizzini associato a verdicchio di jesi mi faceva una certa impressione, stupore non disgiunto da perplessità: la strada dalla franciacorta alle marche è concettualmente lunga lunga.

questo pievalta 2009 è un verdicchio  assolutamente nature che fa otto mesi in acciaio e si beve liscio liscio, quindi chi avesse in mente un villa bucci si accomodi all’uscita e tante grazie.

diciamo che è uno sfizio, biodinamico, con vulcanelli, energia cosmica e compagnia cantante: e quello sgorbietto sull’etichetta non è un tag prodotto da un writer continente, ma il “simbolo alchemico della primavera”; ariboh.