antico vs moderno

non c’è dubbio: è un ossimoro questo moderno chianti classico santedame 2007 di ruffino (sangiovese 80%, merlot 10%, colorino 5% altro – cabernet e canaiolo – 5%) fruttatissimo e vellutato nonostante i suoi 14°.

moderno e un po’ ruffiano: ma chìssene!

il soave trebbiano di lugana

secondo taluni, che certamente molto ne sanno, fra il trebbiano di soave ed il trebbiano di lugana correrebbe una parentela stretta.

io l’ignoro, ma son disposto ad approfondire la ricerca, e anzi già ho principiato con questo lugana san benedetto 2009 di zenato; fresco, delicato, morbido, di profumi tenui ma persistenti e tutto a poco più di 7 euri.

il brut del belice? (no.)

salaparuta fu completamente distrutta, quarantadue anni fa, dal terremoto.

l’azienda duca di salaparuta non c’entra nulla col paese; peccato, sarebbe stato bello immaginarne la rinascita anche attraverso questo brut riserva, dai sentori pieni di frutta, fresco e pulito e giustamente perlaggiante e in finitura alcolico, esitato a 7 svanziche e mezzo.

grecanico e chardonnay di collina, rifermenta in autoclave: quando andavo a scuola era il metodo charmat, ma l’inventò martinotti. e il telefono?

ancora una volta

il rigore cui talvolta giunge questo vitigno mi stupisce: sono aromi profondi a stento rattenuti in verde profumato tenue involucro d’alcol netto e pulito.

sauvignon 2009 di alois lageder, la cui cura è riassunta anche dalla raffinata ricerca etichettonica (non stupire, amico che leggi, e non cercare il termine: è nuovo di zecca).