semplicità e pulizia

come quelle che magistralmente s’impongono da/in questa foto: saranno la costruzione di forme e colori, i rapporti geometrici, le diverse texture?
quel che ne sorte fuori è un tripudio di consonanze semplici, giammai banali.

immagine di gianni_d. pubblicata su flickr con licenza creative commons

come la stessa semplicità e pulizia del sauvignon blanc che l’altra sera a cena ho trovato dapprima nel più contenuto friulano rocca bernarda 2008;

e poi, coll’angoloso pescione al sale, la più forte emozione del raffinato parente, il soave (ah-ah!) vulcaia fumé 2007 di inama.

l’emozione non ha voce (cit.).

ormai siamo alla frutta

se devo ricorrere a miserrimi calembour come questo.


immagine di fraublucher pubblicata su flickr con licenza creative commons

ebbene sì, trattasi di vespa rosso 2003, miracolo da giardino (6000 bottiglie) di joe bastianich quando non fa il socio di mario batali (a dire il vero, come riporta bill buford nel delizioso libro “calore” [fandango libri], joe dice: “mario è il cuoco, io sono il cameriere”).
elaborato blend di merlot 40%, cabernet franc 10%, refosco 30%, cabernet sauvignon 20%, suadente e pulitissimo fra note legnose mai prepotenti.
trama fitta e colore cupo, potente e straniante.

se leggi “il migliore”

cosa sei portato a pensare?

se hai l’età giusta, ovvero una certa qual conoscenza della politica del tempo che fu, a palmiro togliatti, definito il migliore – dei/dai suoi, ovviamente.

nel nostro caso, ahimè, nulla di così romantichevole veteropolitichista: trattasi invece della linea di punta dei vignaioli della cantina valle isarco/eisacktaler kellerei, nomata appunto aristos, il cui stordente sylvaner 2008 penetra e impregna il papillame tutto con freschissima e inalienabile persistenza.