abbiamo lasciato la casa di montagna per ritornare, obtorto collo, nella calura cittadina.
fra i ricordi restano i vecchi ferri da stiro, da scaldare sulla piastra della cucina economica, quella stessa piastra su cui, la domenica mattina, cuocevo al volo i ritagli di pasta fresca concessi dalla mamma.
Archivio mensile:agosto 2009
i maghi di paceco
l’emozione di quest’uvaggio – nero d’avola, perricone, frappato, nerello cappuccio – cioè di quater 2005 è tale che d’ora in poi, leggendo camilleri, trovo firriato (=girato) e subito penso a questo vino di scure e corpose mantenute seduzioni.
les crêtes
no, non si tratta del ragguardevolissimo chardonnay cuvée bois 2004 presentato da costantino charrère all’emozionante evento “dodici bianchi immortali” tenutosi durante l’ultimo vinitaly, ma del fratellino minore blanc de vignes, di graziosa tenuità e sempre ben sotto i dieci euri (e anche strappato via un po’ di fretta).
l’evoluzione della specie
dalla casa di montagna, magari cercando un libro, sòrtono fuori vecchi tegami, foto, menù, ricordi; ah, quando i bicchieri non avevano lo stelo!
rileggendo
nella casa di montagna ho ritrovato – e riletto – uno straordinario norman mailer: antiche sere (ancient evenings) funambolica e psicanalitica affabulazione intorno alla figura di ramsete (ramses, ramesse) ix.