false friends

alzi la mano chi non hai mai avuto la tentazione d’incastrare amici e commensali meno accorti gabellando loro il noto vino marchigiano come originario delle ricche terre del cuneese benedette anche dalla bianca trifola (prendo fiato…).

lacrima di morro d’alba 2005 della cantina di monte schiavo m’ha veramente colpito; perché la rossa polputaggine t’incanta sùbito, mai greve o prepotente; e che i marchigiani sieno, più che di rivalutazione, in via di maggior notorietà è buona nuova per chi ama un bere evoluto e consapevole.

m’è caro assai, nel dolce, annegare ;-)

curioso ritegno talvolta afféttano amici quando, giunti al dolce, stranamente recàlcitrano nella scelta del vino con cui conchiudere.
paion bloccati dall’abbecedario del vinsanto-coi-cantucci o del rosolio-della-zia; in poche parole irrimediabilmente persi perché timorosi della taccia di vacua bambolerìa; e per cosa? pel gradimento del dolce gusto?
il sermone pseudo-pedagogico sarebbe lungo e noioso e al postutto inutile e quindi, sulla semplice constatazione che dolce è il profumo e il sapore dei primi istanti di vita, passo a raccontarti due raffinati veneti.

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